l ' Osteoporosi si combatte da giovani - In Italia i casi sono 5 milioni

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    19/10/2010

    Osteoporosi: si combatte da giovani


    In Italia i casi sono 5 milioni



    I suoi effetti sono numerosi: riduzione dell'altezza, mal di schiena, incurvamento, insicurezza nel camminare, tutti possibili segnali dell'insorgere dell'osteoporosi, la malattia che rende fragili le ossa. Si tratta di una vera e propria emergenza sanitaria in tutto il mondo: in Italia sono 5 milioni le persone che ne sono affette, soprattutto di sesso femminile, colpito in modo particolare dopo la menopausa. Purtroppo soltanto una paziente a rischio su 5 esegue un trattamento adeguato, mentre la prevenzione resta una delle armi più efficaci per combattere la malattia. Per combatterla la prima arma è uno stile di vita corretto, affermano gli esperti, fin dall'infanzia, attraverso una equilibrata alimentazione e un esercizio fisico costante.



    Per informare e sensibilizzare su questo tema e sulle possibili terapie, mercoledì 20 ottobre si celebra la Giornata mondiale contro l'osteoporosi. La malattia comporta un disequilibrio del naturale ricambio dell'osso per cui la "ricostruzione" diminuisce a favore della "demolizione" con conseguente perdita di massa ossea e aumento della fragilità. Gli aspetti più devastanti della malattia  sono le fratture che colpiscono dopo i sessant'anni, ancora una volta soprattutto le donne. Le più temute sono le fratture al femore (90.000 all'anno), alle vertebre (250.000 ogni 12 mesi) e ad altre ossa lunghe, che colpiscono dopo i 50 anni una donna su quattro e un uomo su otto. Le conseguenze si fanno sempre più drammatiche con l'aumentare dell'età: una paziente su cinque muore entro un anno dalla frattura femorale per conseguenze post-operatorie, il 40% rimane disabile con conseguente grave compromissione dell'autonomia e della qualità della vita.


    Purtroppo soltanto una paziente su cinque tra le persone a rischio esegue un trattamento adeguato: la prevenzione resta così una delle armi più efficaci contro la malattia.  Eppure, anche se molti ancora non lo sanno, se si interviene tempestivamente, è possibile tenere sotto controllo la malattia ed evitare che distrugga progressivamente lo scheletro. "Si può ottenere una buona prevenzione cercando di attuare quelle misure che comportano la correzione dei fattori di rischio - spiega il prof. Nuti -. Alcuni aspetti, come il sesso e l'invecchiamento, non possono essere modificati, altri invece, come la vita sedentaria, il fumo, l'abuso di alcol possono essere corretti. Senza dimenticare l'introduzione o l'aumento del calcio nella dieta (latte, latticini e verdure) ed esponendo la pelle al sole per garantire un'adeguata sintesi di vitamina D". Uno stile di vita corretto, affermano gli esperti, deve iniziare dall'infanzia, attraverso l'educazione ad una equilibrata alimentazione e a un esercizio fisico costante: oggi si sa che il tessuto osseo si costruisce fino all'età adulta, ovvero fino ai 25-30 anni e che bisogna continuare a seguire uno stile di vita sano anche dopo la menopausa. Ma quando il danno allo scheletro è evidente si deve ricorrere ai farmaci.







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