Primavera 2011 di Vivienne Westwood - Foto

Primavera 2011 di Vivienne Westwood

La stilista e la passione ambientalista

"The only one for me", questo il titolo della collezione primavera estate 2011 di Vivienne Westwood, presentata venerdì 1 ottobre a Parigi, nell'ambito della settimana della moda. L'ecologia è un tema caro alla stilista, e nella nuova collezione è evidente il suo impegno per la salvaguardia del pianeta. A disposizione del pubblico c'è un thermos firmato, con l’invito ad utilizzare meno bottigliette d'acqua. Il messaggio che vuole comunicare: “Compra meno, scegli meglio, indossalo di nuovo e divertiti a reinterpretarlo”.

In passerella sfilano abiti a forma di cuore, reinterpretati attraverso la tecnica del drappeggio, e abbinati ai classici pantaloni a sigaretta. Il filo conduttore è l'impegno sociale, ma la sfilata è sviluppata su temi diversi: dalla complessità del teatro giapponese No si passa ai toni allegri e immediati della commedia dell'arte. Alcune modelle sono truccate come nella tradizione giapponese, altre hanno su un lato del volto una terra bianca, che fa pensare ad una pelle consumata, secca e decorticata. Il riferimento a culture del passato è evidente nelle stampe tribali assimetriche; i tessuti leggeri come l'organza ricordano la delicatezza e la grazia del Balletto; la solennità faraonica rivive nella regalità del raso e nella elaborazione del pizzo . Accanto agli abiti a forma di cuore senza spalline, che cadono ampi nei lati, i capi sono asimmetrici e costruiti a strati. I colori: lampone, grigio, beige, con pois neri, e i tipici capi tartan della tradizione inglese , mischiati in un ventaglio cromatico che ricorda i quadri di Matisse. Le lunghezze delle gonne, fino al ginocchio o a mezza gamba.  Accessori importanti: gradi cappelli e occhiali da sole oversize. Scarpe peep toe, dal gusto retrò con l'apertura sulla punta e in pelle scamosciata.

La stilista inglese Vivienne Westwood viene associata alla nascita dello stile punk, non solo perché fu compagna di Malcolm McLoren, il manager dei Sex Pistol, ma anche perche insieme aprirono "Let it rock", un negozio al 430 di King's Road, che influenzò l'abbigliamento del punk.

Dalla sua prima sfilata, nel 1981, la stilista ha dato prova di spirito di innovazione reinterpretando temi appartenenti al passato. Ad esempio è stata la prima a reinterpretare il faux-cul, l'imbottitura o crinolina sul fondoschiena che si usava negli abiti di fine XIX secolo.

Lei è conosciuta per la reinterpretazione del passato, per il suo coraggio e le scelte innovative e per le sue battaglie sociali, dove ha preso l’ispirazione per questa sfilata ?
In questa collezione pensavo alle "civiltà estinte", quei popoli che vissero per 500 anni e sparirono in meno di un anno. Questo è successo perche essi sfruttarono le risorse in modo sproporzionato. Tutte le civiltà possono estinguersi, anche l'America che esiste da 500 anni. Io assorbo l'essenza delle cose e la faccio penetrare nelle mie collezioni. Anche la tradizione ha un ruolo importante nelle mie collezioni: noi siamo il momento presente, ma abbiamo spessore grazie al passato. In questa epoca non si guarda molto a cio che è stato. Quando il passato è effimero, il nostro futuro è estremamente precario.  Percio l'impegno nell’oggi, serve a salvaguardare noi stessi nel futuro. Il passato è sempre un grande insegnamento, dobbiamo averne la consapevolezza.

Manuela Susi

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