Nuovo antidolorifico senza alcun effetto collaterale - la scoperta dell ' IIT di Genova

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    20/9/2010

    Italiano il nuovo antidolorifico


    E' senza effetti collaterali



    Elimina il dolore, senza far male. Non dà dipendenza e nemmeno sonnolenza. E’un antidolorifico che agisce solo dove serve e non penetra nel cervello. Elimina quindi gli effetti collaterali. Un traguardo raggiunto dal professor Daniele Piomelli che dirige il dipartimento dell’Istituto italiano di tecnologia – IIT – di Genova, dedicato alla scoperta e allo sviluppo di nuovi farmaci. Tgcom lo ha intervistato.



    Un analgesico di nuova generazione, un po’ rivoluzionario rispetto a quelli in commercio. In cosa si differenzia?
    La maggior parte degli analgesici attualmente in commercio che vengono utilizzati come gli oppiacei per il controllo di forti forme di dolore, penetrano nel cervello e agiscono soprattutto nel cosiddetto sistema di nervoso centrale. Cioè nel midollo spinale e nel cervello. Il nuovo composto invece ha un’azione limitata ai tessuti periferici, quindi extra-celebrali.


    Come siete arrivati a questa scoperta?
    Ci siamo arrivati perché abbiamo ipotizzato che un sistema analgesico naturale che agisce sia nel cervello, sia al di fuori del cervello, possa essere controllato attraverso dei farmaci che ne inibiscono la degradazione. Mi spiego: ci sono una serie di sostanze naturali che controllano il dolore. Queste sostanze naturali sono prodotte sia del cervello - per esempio gli oppioidi, sono un classico esempio di sostanze naturali analgesiche – sia al di fuori del cervello. E tra quelle che sono prodotte al di fuori del cervello ce n’è una che si chiama l’Anandamide che viene normalmente eliminata e distrutta da un sistema biologico, da una proteina che si chiama FAAH. Noi abbiamo creato degli inibitori per questa proteina – la FAAH – che vanno ad interferire, quindi con la distruzione delle Anandamide, aumentano i livelli di questo composto analgesico, al di fuori del cervello e perciò bloccano il dolore, prima che lo stimolo dolorifico arrivi al sistema nervoso centrale. La novità di questi composti, in particolare, è che sono stati disegnati in maniera tale da ridurre ed eliminare la penetrazione al livello del cervello. Quindi l’inibizione di questo enzima viene soltanto al di fuori del sistema nervoso centrale


    Quindi evita anche gli effetti collaterali?
    Ricorrendo a questo tipo di approccio, tanti effetti collaterali sono evitati. Diciamo che gli inibitori dell’enzima non hanno fortissimi effetti collaterali, già ne sono stati creati altri dal nostro gruppo e da altri gruppi. Però c’è sempre un rischio quando si va ad interferire con processi celebrali. Perché il cervello è un oggetto molto complesso ed è facile, interferendo con i processi di trasmissione sinaptica all’interno del cervello, di avere degli effetti indesiderati. Quindi evitare l’ingresso di una molecola all’interno del cervello, garantisce - già  a priori - un maggior livello di sicurezza.


    Quando saranno in commercio questi nuovi farmaci?
    La scoperta e lo sviluppo di farmaci è un processo lungo e complesso. Però in questo caso siamo abbastanza fiduciosi che questa molecola, e altre che abbiamo identificato, possano essere trasformate in tempi relativamente brevi – e sottolineo relativamente – in farmaci di uso clinico.


    Quali sono i tempi?
    Io penso che nel giro di 18/24 mesi dovremmo poter decidere se questa molecola è in grado di entrare in test clinici. Per fare questo c’è bisogno di tutta una serie di test  - detti pre-clinici - che vengono realizzati nell’animale.


    Alessia Ceccarelli - Francesco Mortola






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