Maria Stella Gelmini ha presentato le novità dell'anno scolastico 2010 / 2011

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    2/9/2010

    Gelmini: scuola, ecco cosa cambia


    Più tempo pieno e insegnanti sostegno



    Bocciatura automatica dopo cinquanta giorni di assenza, più ore di tempo pieno a scuola, sì al test per l'accesso all'università, solidarietà ai precari. Questi i temi principali affrontati dal ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, che ha presentato le novità dell'anno scolastico 2010/2011. Per adesso il ministro non incontrerà gli insegnanti che stanno protestando, ma assicura: sono disponibile a un confronto.



    Bocciatura dopo 50 giorni di assenza
    Da quest'anno "non si potranno superare i 50 giorni di assenza, pena la bocciatura", ha detto la Gelmini, annunciando che il governo continuerà nella sua politica di rigore attuata fino a questo momento.

    Più tempo pieno
    Il ministro ha inoltre detto che il tempo pieno è aumentato. Gettando acqua sulle polemiche legate al tempo scuola, il ministro, sottolineando che "i numeri sono numeri", ha evidenziato che "il tempo pieno è aumentato, per il biennio 2009-2011, del 3,5%. Nel prossimo anno scolastico le classi a tempo pieno, grazie all'eliminazione delle compresenze, passeranno da 36.493 a 37.275".

    Via al tavolo sul merito per i docenti
    "Abbiamo aperto un tavolo con i sindacati", ha poi spiegato la Germini, per introdurre la progressione in carriera degli insegnanti basata sul merito. In Europa, ha aggiunto, "solo Italia e Grecia non hanno un avanzamento per merito nella carriera degli insegnanti".

    Più insegnanti di sostegno
    Non è vero che gli insegnanti di sostegno sono diminuiti nella scuola italiana, ha assicurato. "Abbiamo incrementato gli insegnati di sostegno di 2.700 unità - ha detto -. Perché non devono mancare laddove ce n'è effettivo bisogno".

    Precari, "adesso non li incontro ma hanno la mia solidarietà"
    "Adesso non li incontro per il semplice motivo che stiamo perfezionando degli accordi": così ha detto il ministro ai cronisti, che insistevano nel chiedere se avesse intenzione di incontrare gli insegnanti che da giorni stanno facendo lo sciopero della fame. "Protestano - ha spiegato - senza ancora essere stati esclusi. Una protesta legittima ma non motivata. Non si tratta di persone che sono state licenziate, presumono di non avere un posto di lavoro, ma il ministero non ha ancora completato le operazioni. Vedremo quanti precari risponderanno positivamente agli accordi regionali, se poi preferiscono l'indennità di disoccupazione....".

    Il ministro ha comunque assicurato che riprenderà presto a incontrare i precari, a sentire le loro ragioni, "ma non voglio essere coinvolta in una contrapposizione politica che avrebbe un impatto negativo sull'avvio dell'anno scolastico". La Gelmini spiega comunque che la scuola pubblica non è in grado di assorbire tutti i 200mila lavoratori precari della scuola, nonostante le proteste che si stanno svolgendo in diverse parti d'Italia. "I precari che ereditiamo sono 200mila, un numero spaventoso, che è il frutto di politiche disinvolte del passato che la scuola non era in grado di finanziarie", ha detto. "Nessun governo può assorbire 200mila precari". Ha poi precisato che il ministero sta facendo uno sforzo di razionalizzazione sul numero degli insegnanti non di ruolo da far lavorare, che si basa sull'entità della popolazione scolastica. "Prima di chiedere più risorse al governo ci si deve preoccupare di ottimizzarne l'impiego. In un periodo di stretta sui conti pubblici è utopico chiedere ora più risorse", ha detto la Gelmini, giustificando il fatto che non sono stati previsti grandi investimenti pubblici sulla scuola.

    Università, no all'abolizione del test di ingresso
    "Sono contraria all'abolizione dei test" per l'accesso alle facoltà a numero chiuso, ha detto infine, aggiungendo che "ci sono margini di miglioramento, seppur limitati". Ricordando che un tavolo tecnico al ministero sta lavorando per rivedere i test, il ministro ha detto che "la soluzione non sta comunque nel far pesare di più il voto della maturità".







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