L'ultimo bacio - Streaming ITA Megavideo

Romantico , 02 Febbraio 2001 (cinema)

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    L'ultimo bacio


    Titolo originale: L'ultimo bacio
    Nazione: Italia
    Anno: 2000
    Genere: Romantico
    Durata: 115'
    Regia: Gabriele Muccino
    Sito ufficiale: www.lultimobacio.it

    Cast: Stefano Accorsi, Giovanna Mezzogiorno, Stefania Sandrelli, Martina Stella, Sergio Castellitto, Silvio Muccino, Pierfrancesco Favino, Giorgio Pasotti.
    Produzione: Fandango, Madusa Film
    Distribuzione: Fandango, Medusa
    Uscita prevista: 02 Febbraio 2001 (cinema)

    Trama:
    Otto personaggi intrecciano le loro vite amorose e le loro passioni. "L'ultimo bacio" parla della paura di crescere. La paura di crescere quando si hanno trentanni e quella di invecchiare quando se ne ha cinquanta.


    Film correlati:
    http://filmup.leonardo.it/




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    Recensione Film

    L'ultimo bacio



    Chi tocca si scotta! Cosa? L'amore, naturalmente.


    Metti in un film:
    1) una coppia di sposini freschi freschi,; 2) una coppia di trentenni in attesa del loro primo figlio; 3) un'altra coppia di giovani con un bambino appena nato; 4) una vecchia coppia di ultracinquantenni in piena crisi; 6) un ragazzo appena mollato dalla sua fidanzata; 7) un impenitente "sciupafemmine" che cambia donna ogni sera; 8) una diciottenne che si innamora per la prima volta. Ecco che avrete un ampio spettro della casistica in tema di amore e relazioni.


    Gabriele Muccino (autore, sceneggiatore e regista) affronta tematiche, apparentemente scontate, un pò con la mano del matematico alla ricerca di un teorema che spieghi una volta per tutte quel complesso fenomeno che si chiama "amore", un pò con il piglio di chi non accetta soluzioni, ed anzi, queste ultime vuole sovvertire. Il risultato è un film vivo e teso che appassiona lo spettatore lasciandogli alla fine un vago sapore dolceamaro in bocca e la consapevolezza che "In amore non ci sono tattiche o contromosse. È solo il destino che gioca la sua parte".
    Buono il ritmo del film cadenzato dalla bella colonna sonora (musiche di Paolo Buonvino) che accompagna un montaggio dinamico ed a tratti incalzante che ci ha ricordato il recente film "Magnolia". Interessanti i dialoghi che ben scandiscono e sottolineano le dinamiche dei partners e raggiungono, soprattutto nel caso della coppia "anziana" (bravi gli interpreti Luigi Diberti e Stefania Sandrelli) un sufficiente livello di approfondimento.
    Unica pecca è forse l'eccessiva lunghezza (qualche minuto in meno, francamente, non sarebbe stato sgradito).


    Il regista dirige bene gli attori, tutti molto bravi e quasi tutti giovani. In particolare, spicca l'interpretazione di Giovanna Mezzogiorno (la futura madre) intensa quanto convincente nelle scene di maggior drammaticità. Fra gli altri, oltre ad un diligente Stefano Accorsi, ricordiamo Sabrina Impaccciatore (la comica attualmente impegnata in trasmissione televisive) ed una fredda ed algida Regina Orioli. Da registrare anche un cameo di Sergio Castellitto nel ruolo di un ex amante della Sandrelli.



    Curiosità: una delle tante conquiste dell'impenitente "sciupafemmine" è interpretata da Carmen Consoli che è anche l'autrice della bellissima canzone dei titoli di coda.



    Indicazioni:

    Per tutti, veramente per tutti.



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    29 gennaio 2001 - Conferenza stampa
    L'ultimo bacio
    Intervista al regista Gabriele Muccino
    di Valeria Chiari


    Il nuovo film di Gabriele Muccino "L'ultimo bacio" parla della paura di crescere, di quella sindrome di Peter Pan che sembra oggi tanto diffusa. Un film corale in cui ognuno dei personaggi, racconta se stesso, le proprie ansie e angosce rispetto alle responsabilità che si parano davanti o alle aspirazioni deluse. Un comune desiderio di fuga verso qualcosa che sia diverso ma soprattutto ignoto e lontano; una ricerca affannosa di ciò che poi alla fine è dentro e accanto a noi.
    Abbiamo incontrato il giovane regista in occasione dell'uscita del film prevista per il 2 febbraio.

    Una storia fatta di storie, viste da un punto di vista emotivo. È stato difficile oppure lo hai scritto di getto?
    Scrivere il soggetto del film è stato in questo caso molto complicato e difficile, ci sono state delle volte che ho persino voluto mollare tutto. Riuscire a creare più storie che si sviluppassero in maniera coerente, e che poi si incrociassero tra loro per formare un unico, è stato un lavoro lungo, tanto che ho impiegato più tempo del solito a scriverla: circa sei mesi. Mentre invece scrivere i dialoghi è stato più immediato quasi istintivo: giocare con le parole dette mi risulta molto più facile.
    Si parla di fatica di vivere, della ricerca di riappacificazione con se stessi e soprattutto della difficoltà di amare e di crescere, sempre. Secondo me in ogni momento della nostra vita, in ogni età si può cercare qual è la propria felicità e riconoscere la propria avvenuta crescita. Non c'è veramente mai un momento in cui ci si possa sedere su un divano e dire "Ora basta, sono cresciuto abbastanza", perché la ricerca di noi stessi è infinita, ed è proprio questa ricerca ad essere la fonte della infelicità che sentiamo e che immancabilmente buttiamo addosso a chi ci sta vicino.

    È in nome di questa crescita che parli non solo di coppie di trentenni ma anche di cinquantenni?
    Si, proprio perché la crescita e la ricerca della propria felicità appartengono a tutte le età. In realtà quando ho iniziato a lavorare sul soggetto volevo parlare solo di una cinquantenne, avevo voglia di raccontare l'inquietudine, la voglia di vivere che ha adesso ad esempio, la generazione di mia madre, il desiderio che si risente a cinquant'anni di tornare a essere quello che non si è stati: mi affascinava quell'agitazione intima che credo appartenga anche ai trentenni. Alla fine ho pensato che sarebbe stato interessante parlare di quello strano processo che nel corso della vita ti fa vedere le cose in modi sempre diversi, dipendentemente dall'età e dalle esperienze: partendo dalla visione del mondo dei diciottenni, incantati e accecati dall'idea dell'amore eterno e del matrimonio, convinti che tutto sia "per sempre"; per arrivare a quella dei trentenni che si sono già innamorati e disinnamorati più volte, oramai disincantati perché sanno meglio come va la vita e poi quella dei cinquantenni che si chiedono se possono ancora sentirsi come una volta, con il desiderio di tornare giovani e pieni di possibilità come i proprio figli.






    http://filmup.leonardo.it/

    Edited by Massy… - 10/8/2010, 04:18
     
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    29 gennaio 2001 - Conferenza stampa
    L'ultimo bacio
    Intervista al regista Gabriele Muccino
    di Valeria Chiari


    Quale di questi personaggi senti di più o ti assomiglia?
    Parlando di reazioni emotive diverse è naturale che alla fine ci possa essere anche qualche cosa di me, ma non in un unico personaggio, direi piuttosto in ognuno di loro. Non è un film autobiografico, non mi identifico in nessuno, parlo di una serie di situazioni in cui chi è alla soglia dei 30 e dei 50 anni riesce facilmente a ritrovarsi.

    Tutti i personaggi hanno una grande difficoltà a mettersi seduti e parlare, discutere e risolvere i problemi. Secondo te è una questione generazionale o appartiene a tutti?
    Il punto centrale del film è proprio la difficoltà a comunicare, di dirsi le cose e cercare di risolvere insieme tutti i problemi. È sempre difficile riuscire a riconoscere le responsabilità nei confronti del proprio rapporto di coppia quando questo non funziona più: non si riesce a capire chi sia nel giusto e chi no, perché si hanno sempre punti di vista diversi. E questo appartiene ad ogni generazione, le reazioni al problema possono essere diverse, e non penso sia generazionale il fatto che si discuta animosamente o si sbattano porte scappando via.

    In un momento del film un personaggio dice che la normalità è la vera rivoluzione. Tu come la pensi a questo riguardo?
    La normalità è l'accettazione della routine e questa routine è parte del matrimonio, o per lo meno di un legame lungo. Una routine che ci porta ad essere abitudinari con il rischio persino della noia. E' una normalità certamente difficile da accettare, ma sono convinto che sia possibile riuscire a rinnovare il desiderio, si può forse fuggire ma poi alla fine c'è sempre un posto che dà felicità, dove sappiamo di poter tornare e che di solito è quello da dove siamo partiti.






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