Berlino, 20 anni fa cadeva il Muro

La Merkel: "Fu il giorno più felice"

Il 9 novembre 1989 cadeva il Muro di Berlino, una tappa storica memorabile che segnò il definitivo tramonto della Guerra Fredda e della politica dei blocchi. Decine di capi di Stato e di governo provenienti da tutto il mondo, e oltre 100.000 persone, sono attese nella capitale tedesca per il 20esimo anniversario dell'evento. La cancelliera tedesca Angela Merkel lo ha definito il "giorno più felice della storia recente della Germania".

"Questo giorno ha cambiato la vita di molta gente - ha scritto la Merkel nel suo messaggio settimanale su Internet -, inclusa la mia vita". Per la cancelliera, si è trattato di un "giorno incredibile'', che sarà "molto commovente per molta gente in Germania", ha commentato. La riunificazione tedesca e l'Unione europea sono sempre state, e lo saranno sempre, due facce della stessa medaglia. "Noi tedeschi - ha proseguito -, non dimenticheremo i nostri vicini e i nostri alleati, che hanno reso possibile la strada verso la riunificazione".

E' già arrivata nella capitale Hillary Clinton (Obama non ci sarà) e la Merkel ha ricevuto l'ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov: con lui, e con l'ex presidente della Polonia Lech Walesa, farà una passeggiata simbolica sul ponte Boesebruecke, ex passaggio di confine della Bornholmer Strasse, che veniva utilizzato per l'ingresso dei cittadini della Repubblica federale a Berlino Est.

La nuova Germania
Meno di un anno dopo la caduta del Muro, il 3 ottobre 1990, la Germania festeggiò la riunificazione ufficiale del Paese. Da allora, i vari governi non hanno mai interrotto il processo che ancora oggi punta a cancellare le differenze tra le regioni orientali e occidentali del Paese. Secondo uno studio dell'istituto di ricerca Iwh pubblicato dal domenicale Welt am Sonntag, la Germania ha investito finora 1.300 miliardi di euro nelle regioni dell'ex Repubblica democratica tedesca (Rdt) per raggiungere questo obiettivo, una somma pari a oltre la metà dell'intero prodotto interno lordo del Paese nel 2008.

I risultati di questo programma si vedono, anche se rimane molta strada da fare: nel 1991, l'output pro capite delle regioni orientali era pari al 33% di quelle occidentali, contro l'attuale 70% - secondo l'istituto Iw di Colonia - e nei prossimi 10 anni dovrebbe raggiungere l'80%. Venti anni dopo la caduta del Muro, quindi, il divario è ancora notevole. Tanto che circa il 12% dei tedeschi vorrebbe di nuovo il Muro, una percentuale equamente distribuita tra le regioni occidentali e orientali.

Vent'anni dopo, il Muro di Berlino

A Milano mostra fotografica lo ricorda

Vent'anni fa, il 9 novembre 1989, crollava il Muro di Berlino: il simbolo fisico della Cortina di Ferro, della divisione tra l'Occidente e il comunismo, tra gli Usa e l'Urss. Alcuni lo ricordano con dolore, altri con disprezzo, altri ancora con nostalgia. Ora c'è chi lo ricorda anche con l'arte: 31 fotografi di 18 Paesi lo hanno interpretato nelle loro foto per un concorso fotografico vinto da un italiano.

Promosso dall’Ente Nazionale Germanico per il Turismo, guidato in Italia da Rijkert Kettelhake, il concorso fotografico internazionale (il cui scopo è quello di illustrare i mutamenti avvenuti in Germania in seguito alla caduta del Muro e della Cortina di ferro, oltre a promuoverla come una delle mete turistiche più interessanti nel panorama europeo) è stato vinto dall'italiano Gianluca Santoni, autore di una suggestiva immagine del quartiere governativo di Berlino, mentre al secondo e terzo posto si sono classificati lo spagnolo Eduardo Grund e l’ungherese Irisz Lukás.

"Non è stato facile - ha raccontato il fotografo - riuscire a raccontare passato, presente e futuro di Berlino in uno scatto. Anzi, è stato molto più difficile di quanto pensassi inizialmente. Poi, però, aggirandomi per il nuovo quartiere governativo della capitale, questo scorcio mi ha illuminato. C'è il passato, rappresentato dal muro e dalle croci delle persone morte cercando di scavalcarlo. C'è il presente, caratterizzato dai palazzi governativi. E il fiume scorre verso il futuro: i due ragazzi che lo guardano".

"Un momento storico importante non solo per noi tedeschi, ma per tutto il mondo - ha sottolineato il console tedesco a Milano, Jürgen Bubendey -: Berlino era il centro della divisione ideologica tra Occidente e Oriente, tra Usa e Urss, tra Nato e Patto di Varsavia. Era il simbolo stesso della Cortina di Ferro. E la sua caduta ha rappresentato il fatto più importante dal termine della Seconda guerra mondiale: la fine delle divisioni, e l'avvio del mondo verso la società globale di oggi".
Luca Rigamondi

Le celebrazioni per l'anniversario
Da mesi la Germania sta celebrando con numerose iniziative il ventennale della caduta del Muro di Berlino, e già da tempo il turismo nella capitale tedesca è in aumento. "Il 9 novembre, giorno dell'abbattimento del muro - spiega Christian Tanzler, responsabile dei rapporti esterni dell'Ufficio del turismo di Berlino - il sindaco della capitale rievocherà l'evento dando il via alla caduta di un gigantesco domino di 2.000 tessere, metà delle quali cadrà verso la Porta di Brandeburgo e l'altra metà dalla parte opposta di Berlino, Potsdamerplatz. E poi, sotto la porta di brandeburgo, ci saranno concerti e festeggiamenti che dureranno tre giorni". E il 10 novembre Potsdam allestirà una grande festa presso il leggendario ponte di Glienicke, quello dove Est e Ovest erano soliti scambiarsi le spie. E infine, la notte di San Silvestro almeno un milione di persone è atteso sotto la porta di Brandeburgo per festeggiare il Capodanno.

Anche molti altri sono sono però i luoghi che segnarono gli anni della divisione tedesca, e che oggi sono diventati testimonianze importanti del passato: oltre al famoso Checkpoint Charlie e all’adiacente museo del Muro, sono infatti moltissimi i luoghi storici e i musei sparsi nei Länder orientali e lungo quella che era la frontiera tra le due Germanie. Tra i vari musei dedicati all’ex Repubblica Democratica Tedesca spicca il DDR-Museum di Berlino che, all’insegna del “Come eravamo”, racconta la vita quotidiana nel dopoguerra dall’altra parte del Muro. Agli oggetti d’uso comune di quei tempi sono dedicate varie altre raccolte, per esempio a Erfurt, a Eisenhüttenstadt (ex Stalinstadt), a Radebeul presso Dresda e ad Apolda, la città delle campane. Gli stessi centri della famigerata Stasi sono diventati musei di documentazione aperti al pubblico, come anche alcuni bunker che fungevano da rifugi segreti.

Tra le curiosità molte ex postazioni di frontiera e il museo della tecnica di Freudenberg che raccoglie aerei, auto e mezzi militari, mentre hanno un sapore vagamente nostalgico i negozi che vendono alimentari, prodotti e souvenirs della scomparsa DDR. Oltre, naturalmente, a quel che resta dello stesso Muro, come il tratto dipinto nella Mühlenstrasse di Berlino chiamato East Side Gallery.