cast artistico

note di regia

Che succede in una coppia quando lui tradisce lei? È presto detto: o lei fa finta di niente o lei lo molla.

In questo film mi interessava affrontare al contrario una donna con una famiglia quasi perfetta che viene presa dalla passione per un altro. Far vedere la lotta interiore tra la passione e i sensi di colpa. Portare le psicologie agli estremi e capire come affronta e si comporta lei con il marito e come soprattutto reagisce lui evitando la soluzione drammatica di cui purtroppo sono piene le cronache.

Quello che mi piace è far crescere i personaggi insieme a chi vede il film, così che lo spettatore possa identificarsi. In questo caso la storia scritta da Giulia Calenda e Maddalena Ravagli si prestava ad un giallo e ad una storia appassionante. Con Vittoria ho lavorato benissimo, ci conosciamo, ci capiamo con un battito di ciglia. Sapevo che a lei potevo chiedere molto. Il ruolo dell’amante, il chirurgo è stato quello più difficile da affrontare. Con Daniele abbiamo lavorato sul filo del rasoio a questo personaggio. Eroe, antieroe, affascinante, fedigrafo, assassino? Filippo, il marito, ha saputo dare grande dignità al suo personaggio per come affronta il tradimento.

Ho avuto un grande cast di professionisti. Massimo Wertmuller l’ambizioso avvocato, Carola Stagnaro la madre, Fabrizia Sacchi la moglie dell’amante chirurgo, Giovanni Guidelli nel ruolo del magistrato, il piccolo Dario, Antonio Cupo... e grande sorpresa per la loro bravura Mambaye Diop che fa il ruolo di Abdoul l’autista e Osasere Imafidon che fa il ruolo di sua moglie Kadija.

È sempre un piacere lavorare con produzioni che tengono alla qualità e questo lavoro con Maurizio Tini per la Cattleya ne è stato un esempio. Ho avuto la possibilità di avere professionisti artistici di livello come Paolo Carnera, il direttore della fotografia, avere la possibilità di studiare i colori degli ambienti con lo scenografo, Nino Formica, e integrare e valorizzare così il lavoro della costumista, Paola Bonucci. Il montaggio di Ugo Di Rossi, con cui mi trovo per la seconda volta in grande sintonia lavorativa, ha dato al film il giusto ritmo  riuscendo con il connubio musicale a rendere l’anima della passione interiore. Da anni lavoro per le musiche con Savio Riccardi e questa volta insieme abbiamo deciso di non fare una musica tipica da"Rai Uno", ma trovare nuove sonorità, non lasciarsi prendere dalla semplice melodia strappalacrime, anzi remando contro per poi arrivare lo stesso a esprimere le emozioni.

C’è stato da parte di tutti, inclusa la struttura fiction, il desiderio di realizzare un prodotto attuale e moderno, ma non scontato. Spero di essere riuscita in questo intento. Questa storia non poteva essere ambientata in una grande città e quindi sin da quando ho letto la sceneggiatura ho iniziato a vederla ambientata a L’Aquila. Una città che avevo visto e subito amata e quindi con l’intenzione di farla conoscere al pubblico televisivo. Mai avrei pensato che sarebbe diventata ahimè così famosa... Siamo riusciti a girarci solo un giorno dalla mattina alla sera per le scene degli esterni del carcere che abbiamo ambientato al Castello Spagnolo. Il week-end dopo saremmo dovuti tornare per girarci una settimana abitando proprio nell’albergo che è stato raso al suolo.

Cinzia Th Torrini