Comunicati Stampa Legambiente Gennaio 2006

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    Energia: il nucleare resta una scelta perdente

    02/01/2006 12:21 - Crisi Russia Ucraina sul gas, e Scajola ripropone l'energia dell'atomo



    “Su una cosa il ministro Scajola ha ragione: l’Italia ha bisogno di diversificare le sue strategie per l’approvvigionamento di energia, ma resta perdente la scelta del nucleare”. Ne è sicuro, Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, commentando l’emergenza gas che potrebbe arrivare in Italia in seguito al fallimento delle trattative tra Russia e Ucraina.

    “Perdente non solo perché – spiega Della Seta – si ignora la scelta inequivocabile compiuta dagli italiani con i referendum del 1987, o perchè i tempi di realizzazione di una centrale nucleare sono lunghissimi (10 anni). Piuttosto quello che il governo sembra non realizzare è che i costi di produzione di energia da fonti nucleari non sono competitivi, i problemi di smaltimento delle scorie radioattive e di “decommisioning” delle centrali nucleari sono ancora irrisolti e taciuti come voce nei costi da considerare. In Italia le tesi a favore del nucleare provano a nascondere i problemi reali di una fonte che è ancora oggi costosa, insicura, pericolosa come dimostra un recente studio (2004) del MIT (An interdisciplinary Massachussettes Institute of Technology study)”.


    “È forse per questo che il contributo dell’atomo alla generazione elettrica mondiale, – aggiunge il presidente nazionale di Legambiente – pari al 16% (6% in termini di energia primaria), è al palo da parecchi anni ed è ormai ridotto a un tasso trascurabile rispetto a quello oggi registrato dalle energie pulite: nel 2001 la potenza nucleare è cresciuta di 1750 MW mentre quella eolica è arrivata a 6500 MW, negli ultimi cinque anni dunque, è cresciuta a un ritmo medio del 36%”.


    L’Ufficio stampa
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    Edited by eleonora35 - 22/1/2006, 01:19
     
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    Maltempo: prevenzione sconosciuta in 1 comune su 2

    02/01/2006 16:53 - Cresce l'allerta, l'accusa di Legambiente

    Roma 2 Gennaio 2006 Comunicato Stampa

    MALTEMPO, ANCORA ALLERTA

    LEGAMBIENTE ACCUSA :
    “PREVENZIONE SCONOSCIUTA IN UN COMUNE SU DUE”

    “Se c’è un allarme maltempo ormai a giorni alterni la colpa non è solo dell’acqua: ci sono tanti, troppi comuni, che trascurano la prevenzione, la manutenzione del territorio. Solo il 58% ad esempio gestisce correttamente i bacini fluviali e mette in atto la pulizia degli alvei in un Paese dove ben il 90% dei comuni è a rischio idrogeologico”. Commenta così Legambiente l’ennesima emergenza maltempo che oggi vede di nuovo l’Italia a rischio frane, esondazioni, smottamenti. “Il Paese è ancora una volta messo in ginocchio dalle cosiddette calamità 'innaturali' – sottolinea Legambiente – che ogni anno puntualmente causano danni e a volte anche tragedie, soprattutto per la sciagurata gestione del territorio o la totale mancanza di gestione”.

    Nel nostro Paese, accusa infatti Legambiente, ben il 90% dei comuni a rischio idrogeologico ha abitazioni in aree soggette a frane e alluvioni e oltre la metà vede addirittura sorgere in queste fabbricati industriali. Poco più della metà dei comuni svolge la manutenzione degli alvei e appena 4 comuni su 10 possiedono reti di monitoraggio per l’allerta tempestiva della popolazione. A fronte di questi dati preoccupanti le delocalizzazioni sono ancora troppo sporadiche e i comuni rimangono in ritardo negli interventi di messa in sicurezza di qualità. Grave anche il ritardo delle autorità di bacino: soltanto il 42% ha approvato il piano di assetto idrogeologico e solo il 16% lo ha adottato.

    “Non è tollerabile – conclude Legambiente – che si attenda sempre il momento dell’emergenza per salvare il salvabile. Il Governo e gli enti locali devono mettere in atto tutti gli interventi previsti per evitare che l’emergenza rischio diventi quotidianità”.

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    Nucleare: Scajola sbaglia


    03/01/2006 18:18 - "Bene diversificare l'approvvigionamento dell'energia, ma il nucleare è anti-economico e poco sicuro"



    “Su una cosa il ministro Scajola ha ragione: l’Italia ha bisogno di diversificare le sue strategie per l’approvvigionamento di energia, ma resta perdente la scelta del nucleare”. Ne è sicuro, Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, commentando la proposta di Scajola di aprire un tavolo bipartisan sull’energia che rilanci l’impiego del nucleare.
    Quello che il governo sembra non realizzare - spiega Della Seta - è che i costi di produzione di energia da fonti nucleari non sono competitivi, i problemi di smaltimento delle scorie radioattive e di “decommisioning” delle centrali nucleari sono ancora irrisolti e taciuti come voce nei costi da considerare. È forse per questo che il contributo dell’atomo alla generazione elettrica mondiale, – aggiunge il presidente nazionale di Legambiente – pari al 16% (6% in termini di energia primaria), è al palo da parecchi anni ed è ormai ridotto a un tasso trascurabile rispetto a quello oggi registrato dalle energie pulite: nel 2001 la potenza nucleare è cresciuta di 1750 MW mentre quella eolica è arrivata a 6500 MW, negli ultimi cinque anni dunque, è cresciuta a un ritmo medio del 36%”.

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    Anche Stoccolma sceglie il road pricing

    03/01/2006 18:21 - "Sindaci europei più coraggiosi di quelli italiani"

    “Dopo Londra e Oslo un’altra città europea, Stoccolma, sceglie la strada del pedaggio urbano per disincentivare il traffico automobilistico e recuperare risorse da destinare al trasporto pubblico. Evidentemente all’estero c’è quel coraggio nel mettere in pratica misure di contrasto di smog e ingorghi che i sindaci italiani assolutamente non hanno”. Commenta così Legambiente la notizia proveniente dalla Svezia dell’introduzione di un pedaggio urbano di uno o due euro per entrare nel centro di Stoccolma. “Un mix di incentivi e disincentivi economici, di infrastrutture articolate (metro di superficie, parcheggi di scambio) e di infrastrutture semplici (corsie preferenziali, isole pedonali, zone a traffico limitato) è l’unica soluzione per uscire dall’emergenza smog – prosegue Legambiente – Invece qui in Italia si prosegue a colpi di rottamazioni e, quando va bene, con sporadici blocchi della circolazione o con le targhe alterne. Non che in Italia non si sia parlato di road pricing. Ma se ne è parlato e basta. A Genova è stato sperimentato per mesi. Poi non se ne è fatto nulla. Mentre a Milano il sindaco Albertini è un fan del pedaggio urbano: ma lui da sindaco poteva metterlo in pratica, invece si limita oggi a suggerirlo al suo successore”.

    Secondo Legambiente per sciogliere i nodi della mobilità urbana vanno dunque attuate misure a costo zero (corsie preferenziali, isole pedonali, zone a traffico limitato) e interventi finanziati direttamente, tramite il pedaggio, dal traffico privato (nuove linee tranviarie, nuove metropolitane città-hinterland, nuovi parcheggi di scambio trasporto pubblico-trasporto privato in periferia).

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    Insieme allo storione altre 571 specie a rischio in Europa

    03/01/2006 18:23 -

    Le specie animali e le piante stanno diminuendo in tutto il mondo. L’Europa, con 571 specie classificate a rischio dalla Uicn (Unione internazionale per la conservazione della natura) e l’Italia con 111 specie della stessa lista rossa, purtroppo non fanno eccezione. Purtroppo non c’è solo lo storione in pericolo, sottolinea Legambiente, accogliendo con favore la notizia del blocco dell’export per il caviale stabilito dall’Agenzia Onu per la salvaguardia delle specie a rischio.


    In Europa secondo l’Unione internazionale per la conservazione della natura, su 200.000 specie esistenti, 571 sono classificate a rischio di estinzione. Queste includono 39 delle 293 specie mammifere a rischio nel mondo, 29 specie di uccelli sulle 833 globali e 14 specie di rettili sulle 116 totali. La lista rossa cita anche 16 specie di anfibi, 64 di pesce di acqua dolce, 174 di molluschi, 164 di altri invertebrati e 53 specie di piante.
    L’Italia con 111 specie a rischio di estinzione, non fa eccezione. All’interno dei nostri confini trovano rifugio 12 delle specie mammifere più minacciate in Europa, 15 specie di uccelli, 4 di rettili, 5 di anfibi, 17 di pesci, 16 di molluschi, 42 di invertebrati e 3 di piante.

    La biodiversità, ricorda Legambiente, oltre a rappresentare una parte dell’eredità culturale e naturale, è anche una riserva vitale di diversità genetica che ci offre la possibilità di rimanere adattabili ai futuri cambiamenti climatici. Inoltre la biodiversità è al centro dello sviluppo sociale ed economico, data la nostra dipendenza dall’ecosistema per avere aria pura e acqua, per difenderci contro le alluvioni, per procurarci cibo, materiali da costruzione, terreno fertile per le coltivazioni.

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    Ravenna, Pesaro, Parma, Torino: ecco le città a misura di bambino

    05/01/2006 12:28 - Presentato oggi Ecosistema bambino 2006, il rapporto di Legambiente sulle politiche per l'infanzia delle città capoluogo


    Le città più a misura di bambino? Cercatele soprattutto nel centro Italia: in Toscana, in Emilia, nelle Marche dove c’è un blocco compatto di comuni senz’altro più attento ai ragazzi. E’ questa infatti l’area geografica dove Ecosistema Bambino di Legambiente, l’annuale ricerca dell’associazione sulle politiche per l’infanzia, ha individuato i centri urbani che più si danno da fare per gli under 14. Ci sono nelle primissime posizioni, al top, Ravenna, Pesaro e Parma (insieme a Torino), poi subito dopo – nel gruppo delle buone – Firenze, Pistoia, Ferrara, Siena, Piacenza, Ancona. Uniche eccezioni a questa continuità territoriale le settentrionali Genova e, come detto, Torino insieme alla meridionale Caltanissetta. A tutte loro una befana in anticipo di un giorno porta caramelle e dolci. Il carbone invece va in gran parte in Calabria (Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia sono insufficienti, Reggio Calabria fornisce pochi elementi per una valutazione). Brillano infine, ma per la loro assenza, Milano che non ha fornito nessun dato a Legambiente così come Taranto e Venezia. Era quello che avevano fatto negli anni passati anche città come Bologna e Palermo che invece oggi tornano in classifica con performance discrete.

    Eccole dunque le città che aprono e chiudono la classifica di Ecosistema Bambino 2006. Il nono rapporto di Legambiente sulle politiche comunali per ragazzi fino a 14 anni nelle 103 città capoluogo di provincia, presentato oggi, come di consueto alla vigilia dell’epifania in una conferenza stampa che ha visto la partecipazione di Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente, di Luciano Ventura, responsabile settore ragazzi dell’associazione, e degli amministratori delle città premiate.

    “Guardare alle città col punto di vista dei bambini è importante: si migliorano infatti i servizi offerti ai più giovani ma nello stesso tempo si costruiscono le premesse per un miglioramento generale della qualità della vita – spiega Francesco Ferrante - Purtroppo però non tutte le città riescono a prendere con serietà e continuità l’impegno di coinvolgere i bambini nella gestione della cosa pubblica, di farne dei cittadini a tutti gli effetti. Ecco perché torniamo ogni inizio d’anno a sottolineare l’importanza del dialogo con bambini e ragazzi e richiamiamo tutti a impegnarsi per un futuro sempre più costruttivo”.

    Il rapporto di Legambiente Ecosistema Bambino 2006 è frutto delle risposte fornite dalle aministrazioni comunali a un questionario redatto dall’associazione che valuta le forme di partecipazione avviate per favorire un ruolo attivo dei bambini nella città, le strutture dedicate alle politiche per l’infanzia, il rapporto di collaborazione tra amministrazione comunale e associazioni no profit, i servizi e le iniziative di aggregazione e di animazione culturale. Solo ed esclusivamente per le città della calza, vengono consegnate caramelle per la qualità delle iniziative realizzate per i giovanissimi. La prima fascia, corrispondente all’ottimo, è vuota perché non esiste, oggi, nessuna città veramente a misura di bambino. La fascia delle insufficienze non riporta punteggio ed è in ordine alfabetico.

    Il quadro disegnato quest’anno dal dossier (i dati sono relativi al 2004), tra sali e scendi, evidenzia un ampio divario tra “chi fa” e chi “non fa”, con un sensibile aumento tuttavia dei comuni che danno importanza ai ragazzi, rispetto all’andamento degli anni precedenti: sono infatti 12 i capoluoghi in posizione medio–alta e ben 31 quelli che arrivano a discreto. Ravenna si guadagna il primo posto in classifica con una continua crescita nel corso degli ultimi anni che l’ha vista seguire un progetto ben preciso di coinvolgimento dei ragazzi nella cosa pubblica; a seguire le conferme di Pesaro (2°) e Torino (4°), con la loro ormai comprovata attenzione ai ragazzi, e la rimonta di Parma (3°) grazie a un attento lavoro di animazione culturale e alle opportunità di consultazione sulle politiche urbane e di partecipazione offerte ai ragazzi.

    Passi indietro da registrare invece per i capoluoghi del Sud Italia, unica eccezione per Caltanisetta che anno dopo anno consolida la sua vocazione nelle politiche per l’infanzia e di Palermo, Benevento, Caserta e Cosenza che salgono significativamente attestandosi nella fascia dei discreto. Risalta negativamente il caso preoccupante della Calabria che, tranne appunto Cosenza, è il fanalino di coda della classifica. E forse per una regione alla ricerca di un’identità sociale nuova e di una nuova cultura della legalità il dato deve far riflettere.

    Tra chi si applica per le politiche per l’infanzia, rafforzano la loro posizione le grandi città, che mantengono gli impegni assunti negli scorsi anni. La conferma arriva da Torino in quarta posizione, e da Firenze e Genova che si posizionano in seconda fascia a ridosso delle magnifiche quattro. Salgono Verona e Trieste, mentre rientrano in gioco Bologna e Palermo, entrambe nella fascia dei discreto. Roma occupa invece un positivo ma non troppo 17° posto, retrocedendo di sette posizioni rispetto allo scorso anno, nonostante grandi sforzi e investimenti che confermano quanto sia complicato mettere a fuoco gli obiettivi e razionalizzare gli interventi in una metropoli dispersiva nei tempi e nelle dimensioni. Milano invece, dopo l’insufficienza dello scorso anno, non ha risposto al questionario.

    Complessivamente risultano in crescita nelle voci delle amministrazioni comunali la progettazione partecipata (51%), gli incontri con il Sindaco (55%) e i consigli comunali dei ragazzi (47%). Mentre nel campo dell’offerta culturale vanno per la maggiore laboratori (84%), soggiorni estivi (73%), e l’organizzazione di rassegne teatrali per ragazzi (74%). Dati che fanno aumentare il numero delle città attente all’infanzia e che fanno guardare con ottimismo agli sviluppi futuri, senza tuttavia dare effettiva assicurazione sull’efficacia degli strumenti.

    Ma vediamo nel dettaglio i progetti portati avanti dalle magnifiche quattro città della calza.

    Ravenna guida la classifica con numerose iniziative per favorire la partecipazione: dalla Consulta dei ragazzi e delle ragazze, alla Consulta provinciale degli studenti e il consiglio dei ragazzi della terza circoscrizione. Sono in piedi progetti di adozione del territorio (Piccoli passi raccontano il quartiere, Le strade di Zaccaria tra realtà, memoria e fantasia), azioni di progettazione partecipata, iniziative di consultazione legate a temi ambientali. Ravenna ha messo a disposizione dei ragazzi il Museo del giocattolo autocostruito e diverse aree riservate ai bambini nei musei per adulti. Si è dotata di guide ad hoc, di punti informativi, di un ludobus, biblioteche e ludoteche. Numerosi sono i laboratori creativi che coinvolgono i bambini a partire dalla scuola dell’infanzia.

    Pesaro anche quest’anno è in seconda posizione. Caramelle per la città marchigiana che ha istituito un comitato di bambini e discute con i referenti comunali le questioni relative alla vita del quartiere. Prosegue il progetto mini-guide dove i più piccoli conducono i coetanei alla scoperta del museo Oliveriano. Numerose le pubblicazioni, i punti informativi, le feste all’aperto, le rassegne di teatro e di cinema. In più c’è la consolidata Riù, ludoteca-laboratorio per il riutilizzo dei materiali.

    Parma ha tanti progetti di adozione del territorio e progettazione partecipata per la riqualificazione urbana. Capitolo istituzioni: si occupano di infanzia l’assessorato ad hoc e diversi uffici e commissioni consiliari. Bello il Museo espositivo (il Castello dei burattini), tante le mostre, le pubblicazioni specifiche. In più due giornali cittadini (Metropolino, Il giornalino) e diversi punti informativi. Organizza feste all’aperto (Tutti i colori del mondo, Festa di primavera), rassegne di teatro e di cinema (Imparolopera, Il Cineclub dei bambini), soggiorni e campi estivi. Inoltre a disposizione dei giovanissimi ci sono ludoteche, biblioteche e l’Acchiappabambini, un ludobus per far incontrare e socializzare i bambini e far vivere il territorio in modo diverso.

    Torino, al quarto posto, conclude il poker delle città premiate. Oltre ad organizzare incontri tra i bambini e il Sindaco, punta a progetti di adozione del territorio e azioni di progettazione partecipata (La scuola adotta un Monumento,Crescere in città, Caleidoscopio). I bambini sono stati consultati sulle politiche urbane grazie a un progetto sui temi di mobilità, sicurezza e autonomia. Sono ormai consolidati l’Ufficio per l’infanzia e un organismo interassessorile ad hoc, il Laboratorio Città Sostenibile delle bambine e dei bambini. Ricca l’offerta di feste all’aperto, rassegne di cinema e teatro (Teatro gioco nido, l’Acchiappateatro a teatro, Sottodiciotto Film Festival), musei e mostre itineranti. Numerose le biblioteche, le ludoteche, i ludobus. Sono infine organizzati soggiorni e campi estivi in città e all’estero, corsi e laboratori di musica, di immagine, di pittura e tanto altro.

    Le grandi città confermano la loro ascesa

    Firenze (5°) ha in piedi un programma di progetti educativi e formativi rivolti agli under 14: Le chiavi della città, con il quale sottolinea l’importanza del protagonismo delle bambine e dei bambini nella vita cittadina. Tra questi ci sono le esperienze educative e i progetti urbani partecipati di Le bambine e i bambini cambiano la città e Poke ma regole, la maggior parte svolti in collaborazione con le associazioni no profit. Nella città d’arte toscana è a disposizione dei piccoli cittadini il Museo per bambini 8-88, vengono allestite mostre ad hoc, pubblicate guide alla città (Guardafirenze), viene allestito e organizzato un ludobus, promosse rassegne di teatro e cinema (Firenze ragazzi a teatro, Festival Giglio d’oro). Genova (9°). Avviata nel 2004 la costruzione del Piano Regolatore Infanzia e Adolescenza, promuove iniziative di adozione del territorio e esperienze di progettazione partecipata (Orto didattico, Giardino erbavoglio). I bambini sono stati consultati per scegliere gli arredi-gioco di alcune piazze e giardini pubblici, grazie al progetto Io gioco- Io scelgo. Genova ha molte strutture dedicate all’infanzia come i laboratori educativi territoriali e l’osservatorio infanzia, adolescenza e politiche sociali. Numerose le attività e gli appuntamenti messi in campo per i piccoli cittadini come feste all’aperto, ludobus, ludoteche, biblioteche, corsi e laboratori, tra i quali quelli sul gusto. Roma (17ª). La Capitale dispone di un budget di spesa per il consiglio comunale dei ragazzi, azioni di progettazione partecipata e di vigili bambini. E’ dotata di un Ufficio specifico per l’infanzia e un Assessorato alle politiche di promozione dell’infanzia e della famiglia. Tra le iniziative messe in campo vanno citate mostre, feste all’aperto, corsi e laboratori, rassegne di teatro. Dispone di ludoteche, pubblicazioni specifiche (I bambini alla scoperta di villa borghese) e riviste per bambini (Il Colosseo). Flette decisamente Napoli, che dalla 18° posizione dello scorso anno passa alla 53° posizione. Palermo (30°) rientra quest’anno in classifica e mostra interesse per le politiche per l’infanzia, dando la possibilità ai ragazzi di presentare periodicamente proposte per migliorare la situazione cittadina al loro Sindaco.

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    Papa: le spese per armamenti vadano in favore della lotta alla povertà


    09/01/2006 17:07 - Legambiente: “La politica ascolti il richiamo del Pontefice”


    “Spezzare il circolo vizioso tra spese militari e poverta’”

    “Non possiamo che condividere le parole del Pontefice Benedetto XVI quando sostiene che la metà delle somme impiegate nel mondo per gli armamenti potrebbero bastare per vincere la povertà”.

    Così Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, commenta l’appello lanciato oggi dal Papa agli ambasciatori di 174 paesi per la pace nel mondo e un impegno forte e concreto per combattere la povertà.
    Legambiente ricorda a questo proposito, alcuni dati che evidenziano la necessità per il nostro paese di passare da una cultura di guerra ad una cultura di pace e di sostegno alla lotta alla povertà.

    Cooperazione internazionale: l’ultima finanziaria ha stanziato quasi il 35% in meno, passando da 572 a circa 392 milioni. L’Italia è all’ultimo posto dei paesi donatori dell’OCSE con la vergognosa percentuale dello 0,15% sul PIL.
    Inoltre circa l’80% dell’8 per mille che andrebbe riservato alla cooperazione internazionale è invece destinato impropriamente alle cosiddette “missioni di pace”.
    “Chiediamo dunque – conclude Della Seta – che queste risorse tornino ad essere destinate a ciò per cui sono state introdotte ovvero per l’aiuto ai paesi in via di sviluppo: le somme immense spese ogni giorno per le armi sono di fatto sosttratte agli usi sociali, compresa la lotta alla povertà.

    Speriamo davvero che le parole del Papa suscitino non tanto plausi di facciata ma cambiamenti veri nei comportamenti dei governi”.

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    Alimentare: più controlli riportano la fiducia in tavola

    10/01/2006 16:32 - Arrestato l'imprenditore barese Casillo dopo il maxi-sequestro a metà dicembre del grano contaminato diffuso in Puglia ed Emilia Romagna


    “Lo dirà l’evolversi dell’inchiesta se le accuse di avvelenamento di acque, adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari sono più o meno fondate. Ora però c’è un’altra questione, non meno importante: quella dell’intensificazione dei controlli”. Lo dice Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente, commentando l’arresto dell’imprenditore barese Francesco Casillo dopo il maxi sequestro di partite di grano contaminato da ocratossina distribuito in Puglia ed Emilia Romagna.
    “Sicuramente la gran parte delle produzioni italiane è sicura, controllata e di alta qualità. - continua Ferrante - Eppure questo non ci mette al riparo da azioni truffaldine o addirittura dai traffici della criminalità organizzata”.


    Tanto che nel 2004 è stato pari a 101.655.295 euro il valore delle merci sequestrate dai Carabinieri per la Sanità (NAS) durante le ispezioni (37.969) effettuate nel corso del 2004 solo nel settore alimentare, il 21% in più del 2003 (quando era pari a 83.500.738 euro). Nell’ultimo anno sono state 4.474 le infrazioni penali accertate e ben 20.856 quelle amministrative contestate, 925 le strutture chiuse per motivi di salute pubblica e 360 quelle sequestrate.

    “Per questo non va assolutamente abbassata la guardia. – conclude il direttore generale di Legambiente - Al contrario, i controlli delle nostre forze dell’ordine vanno intensificati perché è sacrosanto tutelare i consumatori e perché solo un buon lavoro come quello fatto dai Nas un mese fa e dalla Guardia di Finanza oggi riporta la fiducia in tavola”.


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    Ambiente: maxi-operazione in Puglia

    11/01/2006 11:38 - 86 indagati, 30 arresti e migliaia di ettari di territorio sequestrati nel Parco nazionale dell'Alta Murgia


    “Un’operazione brillante. Alle forze dell’ordine va il merito di riuscire ad operare, e bene, nonostante una legislazione carente in materia ambientale”. Roberto Della Seta, presidente di Legambiente plaude così alla maxi operazione di questa mattina in Puglia che ha portato all’arresto di 30 persone e al sequestro di migliaia di ettari di terreno nel Parco nazionale dell’Alta Murgia.

    “Fortunatamente – continua Della Seta - alla deregulation ambientale che apre maglie sempre più larghe alla criminalità, si contrappone un’azione sempre più serrata delle forze dell’ordine. Quello che servirebbe è in ogni caso un deciso salto di qualità nell’azione di contrasto della criminalità organizzata in campo ambientale offrendo strumenti adeguati - in termini di leggi, ma anche di risorse e personale – ai diversi corpi di polizia”.





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    Alimentare: torna in tavola la famosa bistecca alla fiorentina

    11/01/2006 13:19 - Da oggi in vendita, Legambiente: "Un simbolo dell'agroalimentare di qualità"



    “Il ritorno in tavola della fiorentina è un’ottima notizia”. Così Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, commenta il ritorno sul mercato della famosa bistecca.
    “Si tratta di uno dei simboli dell’agroalimentare di qualità, dell’intreccio tra cultura del mangiar bene e identità territoriale” dice Della Seta. “La fiorentina è stata un capro espiatorio nella vicenda della bse; nessuno pensi però a un abbassamento della guardia sulle regole a difesa della salute dei consumatori. Il problema drammatico del virus dei polli dimostra che per tutelare i cittadini serve un sistema di monitoraggio europeo che garantisca in modo attivo la sicurezza di tutto il cibo che circola nei paesi dell’Unione”.

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    Stroncato il ricorso del Governo contro il decreto salva-coste sardo

    11/01/2006 17:43 - Legambiente: l'annullamento di questa legge avrebbe riaperto le porte alla speculazione edilizia



    “Finalmente trionfano la tutela del paesaggio e la valorizzazione delle risorse territoriali” così Vincenzo Tiana presidente di Legambiente Sardegna ha commentato la stroncatura del ricorso del Governo contro il decreto salva-coste della regione Sardegna, che vieta l’edificazione per due chilometri all’interno della fascia costiera.

    “Un ricorso odioso – ha affermato Tiana – perché l’annullamento di questa legge avrebbe riaperto le porte ad una speculazione edilizia che ha già fatto troppo scempio delle nostre spiagge. La bocciatura del ricorso da parte della Corte Costituzionale è la positiva riconferma dell’intelligenza della giunta Soru, che ha capito l’importanza anche economica della difesa del territorio”.

    Il decreto salva-coste è stato il primo passo nell’elaborazione del Piano paesaggistico regionale recentemente approvato, il primo in Italia elaborato in conformità al Codice Urbani.
    “Uno strumento di urbanistica all’avanguardia – ha concluso Tiana - che ci fa ben sperare sugli indirizzi di sviluppo territoriale futuri della nostra regione”.

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    Val Lemme: domani il Consiglio di Stato

    12/01/2006 16:09 - Dopo il deferimento della Corte di Giustizia

    Ue, Legambiente si appella al Consiglio di Stato

    “Un progetto che dilanierebbe i corsi d’acqua, le falde e le caratteristiche ambientali di questo pezzo del Piemonte. Per favorire l’interesse privato calpestando quello della comunità. E un’ulteriore conferma è arrivata anche dalla Corte di giustizia europea”. In attesa della sentenza di domani del Consiglio di Stato sulla sorte delle estrazioni di cemento in Val Lemme, Legambiente per bocca del suo presidente nazionale Roberto della Seta, tira le somme sulla qualità del progetto presentato dalla società Cementir e sponsorizzato dal Presidente del Consiglio, Berlusconi.


    “È fuor di dubbio, le violazioni delle norme comunitarie ci sono state. – continua Della Seta – Nessuna procedura Via, con l’aggravante però che il decreto di Berlusconi nell’aprile 2002 ha autorizzato la captazione dell’acqua già dall’interno del Parco, e cioè proprio dove ci sono le fonti dell’acqua potabile che servono i comuni limitrofi. Come dire al danno di un’opera già nefasta si è aggiunta la beffa dello scempio delle risorse idriche”.
    Il tutto in barba alle sentenze del Tar, all’annullamento della concessione mineraria del Consiglio di Stato già nell’aprile 2003 e della messa in mora da parte dell’Unione europea sempre nello stesso anno.

    “Il punto è che va sempre più consolidandosi un’idea di sviluppo che non tiene conto sia delle regole che delle caratteristiche del territorio e le necessità dei cittadini. Non è accettabile - accusa il presidente di Legambiente – che per interesse privato si colpisce il bene comune per eccellenza che è l’acqua. A questo punto non ci resta che sperare che il Consiglio di Stato, confermando la decisione del Tar, mostri un’altra considerazione del bene comune. Ovvero la reale affermazione della superiorità del diritto collettivo sull’interesse del privato”.


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    Clima, vertice anti Kyoto: è la carboneria degli inquinatori

    12/01/2006 18:14 -

    “L’accordo raggiunto a Sidney altro non è che un contenitore vuoto, frutto delle trame dei carbonari anti-Kyoto. Un modo per garantire gli interessi della grande industria e per consentirle di continuare a inquinare impunemente. Un’operazione demagogica dell’Australia e degli Usa per non modificare di una virgola le proprie strategie energetiche ”.

    Lo dice Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, a proposito delle conclusioni odierne della Partnership Asia- Pacifico di Sidney per lo sviluppo pulito e il clima che riuniva Stati Uniti, Australia, Giappone, India, Corea del Sud e Cina insieme a ministri e dirigenti di grandi industrie.
    “L’unico obiettivo fissato – continua Della Seta - è lo sviluppo di nuove tecnologie per poter continuare a sfruttare l’energia delle fonti fossili senza fare nessun taglio e nessuna riconversione e puntare anzi sul potenziamento del nucleare in quanto tecnologia pulita. Il vertice merita bene il suo soprannome di patto antiKyoto”.

    “Eppure – conclude il presidente di Legambiente - è ormai scientificamente provato che per far fronte ai mutamenti climatici puntare solo sullo sviluppo tecnologico non basta. Gli obblighi e le scadenze sanciti dal Protocollo di Kyoto sono fondamentali. E’ grave e preoccupante che gli Stati Uniti che sono i maggiori inquinatori del pianeta e l’Australia perseverino nel proprio disimpegno”.

    L’ufficio stampa 06 86268399 – 79 - 55


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    Legge Delega: è uno scandalo dall'inizio alla fine, a colpi di fiducia
    12/01/2006 18:31 -


    “La Legge Delega è uno scandalo dall’inizio alla fine”. È lapidario Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, nel commentare il voto favorevole della Commissione ambiente del Senato e l’ormai annunciato voto favorevole della Commissione ambiente della Camera.

    “È insostenibile l’iter seguito dalla legge, pieno di colpi di mano. – continua Della Seta – è insostenibile il contenuto della riforma, che anziché tutelare l’ambiente lo rende più fragile. L’ennesimo provvedimento, per di più imponente per quantità e delicatissimo per i temi trattati, andato avanti con la fiducia. Nonostante il dissenso non solo degli ambientalisti, ma soprattutto degli Enti locali e di gran parte della comunità scientifica italiana. Una vergogna”.


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    Ogm: Bruxelles sembra una succursale della Monsanto

    13/01/2006 18:12 - Autorizzati oggi dalla Commissione europea tre tipi della multinazionale del biotech, tra i quali il famigerato Mon863


    “La Monsanto ha aperto la sua succursale direttamente nei palazzi di Bruxelles”. Così Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente, ironizza sull’autorizzazione della Commissione europea ai tre tipi di mais Monsanto: il GA21 (tollerante agli erbicidi), l’ibrido MON863xMON810 e il famigerato MON863 per uso alimentare.
    “Con Barroso la deriva delle politiche europee in materia di ogm è netta. – continua Ferrante – Ancor più perché tra questi tre tipi di mais c’è anche il Mon863 e perché i cittadini europei hanno chiaramente rifiutato sia la coltivazione che l’alimentazione di ogm”.


    Dunque, accusa Legambiente, l’Europa ha mancato nei confronti dei suoi cittadini due volte. La prima per aver ignorato gli studi furbescamente nascosti dalla Monsanto sulla pericolosità di quel mais geneticamente modificato; la seconda perché non tiene minimamente in considerazione il diritto di scelta dei consumatori: a gennaio 2006 sono 166 tra regioni e province e oltre 3400 autorità locali a dichiararsi ogm free. Ma con l’attuale legislazione europea, per giunta, gli enti locali non possono perseguire gli obiettivi dichiarati.



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