Scuola e Giovani - L'università non attrae più , a picco gli iscritti nel 2009

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    L'università non attrae più a picco gli iscritti nel 2009

    Nuove immatricolazioni giù del 4,4% mentre sono aumentati i diplomati
    Sempre più giovani preferiscono fermarsi e cercare lavoro: 50mila in più in 4 anni



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    di SALVO INTRAVAIA

    Immatricolazioni universitarie a picco. In appena due anni, mentre il numero di studenti promossi alla maturità è notevolmente cresciuto, i nuovi iscritti all%­u2019università sono scesi del 4,4 per cento. Un calo con il quale dovranno fare i conti i singoli atenei che non sembrano più attrarre i giovani come qualche anno fa.
    In Italia, il numero di immatricolazioni all%­u2019anno accademico 2008/2009 fa segnare il record negativo degli ultimi sette anni. Secondo il dato diffuso qualche giorno fa dal ministero dell%­u2019Università, le new entry di quest%­u2019anno toccano quota 312.104. Nel 2006/2007 furono oltre 14 mila in più: 326.384 in totale. Le regioni italiane dove si registra il decremento più consistente sono quelle meridionali: meno 6,6 per cento in un solo anno.

    Eppure, considerato che gli studenti promossi all%­u2019esame di maturità sono aumentati in maniera consistente, le cose sarebbero dovute andare diversamente. In base alle percentuali di candidati, non ammessi (dall%­u2019anno 2006/2007) e bocciati agli esami di stato pubblicati dal ministero dell%­u2019Istruzione, nel 2004/2005 si diplomarono quasi 430 mila studenti che sono arrivati a 463.400 l%­u2019anno scorso. Ma nello stesso periodo gli ingressi all%­u2019università sono diminuiti. Nel corrente anno accademico, rapportando gli immatricolati con i diplomati dell%­u2019anno precedente, solo due studenti su tre (il 67 per cento) hanno scelto di proseguire gli studi dopo la scuola. Due anni fa la percentuale era di gran lunga superiore: oltre il 75 per cento.

    L%­u2019università con ogni probabilità non è più vista da studenti e famiglie come l%­u2019unico percorso di studi che può ampliare gli sbocchi lavorativi. Sempre più giovani preferiscono fermarsi dopo il diploma della scuola secondaria di secondo grado e cercare un lavoro. Erano 100 mila nel 2004/2005 mentre quest%­u2019anno sono saliti a 150 mila. Oltre alle difficoltà di trovare un impiego anche dopo la, laurea, uno dei fattori che probabilmente ha contribuito a scoraggiare l%­u2019ingresso all%­u2019università è il costo delle tasse e dei contributi richiesti dagli atenei.

    Nel 2002, la contribuzione studentesca totale ammontava a poco più di un miliardo e 100 milioni di euro. Cinque anni dopo, gli studenti hanno versato nelle case degli atenei italiani quasi un miliardo in più (2 miliardi e 79 milioni, con un incremento dell%­u201989 per cento) che solo, in parte (260 milioni di euro) sono serviti ad aumentare i cosiddetti interventi a favore degli studenti: borse di studio, prestiti d%­u2019onore, scambi internazionali, interventi a favore di studenti disabili, posti-alloggio e altri sussidi). Nello stesso periodo (dal 2002 al 2007) la popolazione studentesca ha subito un incremento ma soltanto del 22 per cento.

    (4 febbraio 2009)




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