I vicerè

Regia: Roberto Faenza

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    I vicerè


    Titolo originale: I vicerè
    Nazione: Italia
    Anno: 2007
    Genere: Drammatico
    Durata: 120'
    Regia: Roberto Faenza
    Sito ufficiale: www.ivicere.it
    Cast: Assumpta Serna, Cristiana Capotondi, Alessandro Preziosi, Lucia Bosé, Lando Buzzanca, Giselda Volodi, Pep Cruz, Sebastiano Lo Monaco
    Produzione: Jean Vigo Italia S.r.l., Institut del Cinema Català (I.C.C.), RAI Cinema
    Distribuzione: 01 Distribution
    Data di uscita: 09 Novembre 2007 (cinema)

    Trama:
    La famiglia, lo Stato, la Chiesa sono i motori attorno ai quali gira il racconto, uniti in un solo credo: la sopraffazione. È la sopraffazione dei forti sui deboli, dei ricchi sui poveri, dei potenti sul popolo a guidare i personaggi, i quali in nome di un distorto senso del dominio calpestano e travolgono tutto ciò che incontrano sul loro cammino. Ciò che siamo stati e ciò che siamo, i vizi che ci affliggono, la resistenza a ogni cambiamento e, per contro, la vocazione al conformismo, la tempestività a chinare la schiena di fronte ai vincitori… questa la materia di cui è fatta la pellicola, che si snoda impiegando i tratti del dramma e del grottesco. I Vicerè è un quadro feroce di quello che siamo noi italiani, un affresco che fa venire in mente le tinte forti di Goya. E non è un caso che la famiglia al centro delle trame sia infatti di origine spagnola. Attraverso gli occhi di un ragazzino, Consalvo, l'ultimo erede degli Uzeda, si svelano i misteri, gli intrighi, le complesse personalità degli appartenenti alla famiglia, tutti dominati da grandi ossessioni e passioni. In lotta l'uno con l'altro, gli Uzeda si combattono per l'eredità della principessa defunta e per i desideri contrastanti di ognuno di loro. Il piccolo Consalvo cresce così in una famiglia in perpetua guerra. E' confortato nei suoi primi anni dall'amore della madre, condannata a morte prematura, e dall'affetto della sorellina, complice di ogni ventura. Ma si trova in conflitto, sin da bambino, con un padre superstizioso e tirannico, il principe Giacomo, più interessato al patrimonio di famiglia che all'amore per i propri cari, pronto a lasciar morire la moglie e a risposarsi poco dopo con una cugina. La storia di Consalvo avanza in un percorso di formazione emblematico: dopo essere stato esiliato dal padre nel mondo di un monastero benedettino - tra privazioni, corruzione e fasti spagnoleschi - si affaccia a una giovinezza scapestrata da ribelle, simile nello spirito a quella di tanti giovani d'oggi. Il tragitto di Consalvo ha una forte attinenza con il nostro presente. Dal mondo che lo circonda, fatto di compromessi e viltà, Consalvo coglie una profonda lezione di vita e alla fine sceglie di impossessarsi del potere per non lasciarsi sopraffare da quello stesso mondo.







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    Edited by *Anima Ribelle* - 6/2/2008, 01:32
     
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    I vicerè
    “I viceré” tratto dal romanzo omonimo di Federico de Roberto, narra le vicende della nobile famiglia degli Uzeda di Francalanza in Sicilia, durante il Risorgimento, nel cruciale passaggio dal Regno dei Borboni all’unificazione d’Italia.
    A capo della casata il principe Giacomo, un uomo avido, interessato solo al potere, che ama imporre su tutti la sua volontà, in particolare sul figlio Consalvo.
    Intorno a loro il variegato mondo degli zii, delle zie e dei cugini, tutti comunque segnati da una profonda corruzione morale.

    Roberto Faenza nella trasposizione dal romanzo al film ha cercato soprattutto di rendere evidenti i parallelismi tra la situazione politica di allora e quella attuale, sacrificando all’altare dell’attualità l’evoluzione emotiva dei personaggi.
    Il messaggio che passa è quello che allora come oggi: “Tutto cambia perché tutto resti uguale” e che sono l’avidità, la sete di potere, le meschinità e gli odi privati a muovere gli uomini.
    Ciò che manca, come dicevamo è la componente emotiva del racconto, i personaggi non riescono a creare empatia con il pubblico, non ci si appassiona alle loro vicende e due ore di film senza un minimo di partecipazione sono lunghe da reggere.
    Tra l’altro, il film prodotto dalla Rai è evidentemente pensato per trasformarsi presto in fiction televisiva: la confezione, i ritmi, le inquadrature e la scelta degli attori, tutto è pensato per funzionare al meglio sul piccolo schermo.
    Tra le note positive la performance di Lando Buzzanca nel ruolo del dispotico principe Giacomo, una prima parte interessante, in cui tutte le vicende della famiglia vengono raccontate attraverso gli occhi divertiti dei bambini, che si scambiano pettegolezzi e impressioni e le bellissime location scelte.

    La frase: "E da quando in qua essere onesti e coraggiosi significa qualcosa".

    Elisa Giulidori



















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