Alessandro Preziosi e Vittoria Puccini: Siamo la coppia più bella del mondo

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    Siamo la coppia più bella del mondo
    «Faccio una vita normale, mi stupisco di tanta popolarità: perché c'è tutta questa gente sotto casa?» dice l'attore (che si definisce «un po' single un po' no»). «L'affetto del pubblico mi gratifica, ma in questo lavoro ho messo impegno e fatica» aggiunge lei. E confida: «Anch'io sono stata innamorata circa un anno fa, ma non ha funzionato. Ho sofferto molto, però...»
    29/1/2004

    di Stefania Zizzari
    foto Massimo Sestini/G. Neri



    Successo e amore: il binomio che sta accompagnando, puntata dopo puntata, la serie televisiva «Elisa di Rivombrosa» è lo stesso che nella realtà travolge la vita dei due protagonisti Alessandro Preziosi e Vittoria Puccini. I dati Auditel testimoniano il successo di questo film in costume, firmato dalla regista Cinzia Th Torrini, che per lunghezza (13 puntate) non ha eguali nella storia di Mediaset. Il sito di «Sorrisi» è letteralmente invaso da mail «amorose» rivolte ad Alessandro e Vittoria. Quello ufficiale della serie è tra i più cliccati del momento. E tra apprezzamenti professionali e proposte personali, non una nota stonata nel coro dei consensi. Praticamente, un'ovazione. E si comincia già a pensare al seguito, a una seconda serie. È così che il «fenomeno Elisa», ormai innescato, si alimenta settimana dopo settimana grazie allo smisurato affetto dei telespettatori che partecipano emotivamente, soffrono, gioiscono, si accalorano, ormai invischiati nelle appassionanti vicende di questa Cenerentola del Settecento.
    Ma che cosa vuol dire per gli attori essere travolti dall'ondata di successo e soffocati dal calore del pubblico che, inseguendo la favola dell'amore che supera le avversità e i pregiudizi, desidera il lieto fine e senza indugi fa il tifo per loro? Ad accendere ancora di più gli animi, ci si mette pure il fatto che Alessandro e Vittoria sono giovani e belli. Anzi, bellissimi. E talmente bravi e complici, da aver dato l'impressione di essere innamorati per davvero e di formare una coppia perfetta anche nella vita. Cavalcando l'onda emotiva, i due, entusiasti e storditi allo stesso tempo, si ritrovano così a posare per foto ricordo, firmare autografi, rispondere a domande, messaggi, richieste. Insomma, a fare i conti candidamente con una popolarità apprezzata sì, ma mai cercata con ostinazione. «La notorietà l'ho conosciuta ai tempi di “Vivere”» racconta Alessandro Preziosi «e oggi come allora mi chiedo: “Perché c'è tutta questa gente sotto casa?”. Io esco, vado a comprare il pane, corro a prendere un treno: ho una vita normale come tutti. Certo, il successo mi fa piacere, ma credo che il cammino sia ancora così lungo! Per fare dei passi in avanti non bisogna perdere tempo a voltarsi indietro a contarli. Se qualcuno mi riconosce per la strada? Dipende dal mio umore: posso trascorrere il resto della giornata con lui, oppure evitarlo. Sarebbe folle se avessi costantemente stampato sulla faccia un sorriso alla Tom Cruise». Più entusiasta Vittoria Puccini, che organizza serate con amici e parenti a casa sua in occasione di ogni puntata, e che a dispetto dei suoi 22 anni e di una carriera professionale ancora agli albori, sfoggia una maturità fuori dal comune. «L'affetto e i complimenti della gente mi gratificano perché sono un riscontro dell'impegno che ho messo in questo lavoro, così lungo e faticoso. E, comunque, faccio l'attrice già da qualche anno, e la consapevolezza che ho raggiunto mi aiuta a dare alla popolarità il giusto valore, senza esaltarmi, né sembrare troppo distaccata».
    Alessandro e Vittoria hanno lavorato insieme per nove mesi consecutivi e l'intesa che riescono a trasmettere nella finzione lascia intendere che possano averla trovata anche nella vita: «Vittoria è una donna eccezionale» si schermisce Alessandro «ma per amarsi bisogna conoscersi un po' alla volta e lasciare il mistero. Tra noi c'è grande affinità e forse proprio per questo ci siamo intesi, capiti e svelati molto velocemente: gli amanti hanno bisogno di più gradualità».
    Tant'è, nello sceneggiato il conte Fabrizio Ristori ed Elisa di Rivombrosa sembrano fatti l'uno per l'altra. «Elisa mi somiglia nel carattere» dice Vittoria «non accetta che gli altri le impongano le loro idee. È una che, come me, pretende innanzitutto il rispetto. Gliene succedono di tutti i colori, eppure lei non si dà mai per vinta, non si piange addosso e reagisce sempre con dignità e coerenza. Proprio come me, Elisa è una che ragiona molto, che non è disposta a tradire i suoi valori... ma che poi va dietro al sentimento». E quando parla d'amore, i suoi disarmanti occhi verdi s'illuminano. «Anch'io sono stata innamorata, circa un anno fa, ma non ha funzionato. Ne ho sofferto, ma ero consapevole che quel rapporto non mi faceva bene. In amore non sono masochista: se le cose non vanno, bisogna chiudere lì. Non ho paura di rimanere sola, soprattutto se stare con un'altra persona significa patimento e sofferenza». Di affinità, invece, tra il conte Ristori e Alessandro ce ne sono, a sua detta, ben poche: «Non sono un tipo posato come Fabrizio. Io produco l'effetto di un corto circuito, sono come quelle scariche che rimangono nell'aria per un po': trasmetto elettricità a chi mi sta intorno. Sono riuscito però a restituire al conte Ristori una fisicità vera. Come? Sono stato talmente “bravo” da ammalarmi di brucellosi, una malattia seria e rara, che mi ha dato quel senso del vissuto e quella maturità che caratterizzano Fabrizio. E poi, avete presente quei visi pallidi che si vedono nei quadri del Settecento? Ecco, ero talmente bianco che mi mancava solo la cornice! Quando sono innamorato, invece, ritrovo nella gestualità e nella possessività di Fabrizio la mia. Divento una sola persona con la donna che amo, non faccio più alcuna differenza tra lei e me». Sguardo enigmatico, fascino tenebroso, Alessandro è un attore molto corteggiato. «In realtà non riesco a prestare il fianco al corteggiamento: sono più aggressore che aggredito» spiega. E quando si cerca di curiosare nella sua situazione sentimentale, risponde evasivo: «A volte ho la sensazione di essere single, altre volte no. D'altronde ci sono cose che mi fanno innamorare di una donna, altre che me la rendono lontana». Insomma, con la stessa facilità con la quale comunica le sue emozioni utilizzando tutto il corpo, gli occhi, le mani, l'intonazione della voce, Alessandro svicola dalle risposte che toccano le corde della sua vita privata. E allora, sul suo ruolo di padre di un bambino di 8 anni, taglia corto: «Già è difficile ottenere la patente di padre, figuriamoci descriverla...».
    Una che invece alla famiglia ci pensa, eccome, è proprio Vittoria. «Sono ancora giovane» dice «ma sicuramente il mio desiderio è quello di trovare la persona giusta per costruirmi una famiglia. Frequento gente più grande di me e tante mie amiche hanno già dei figli, che adoro, e per i quali divento una specie di zia. Fra l'altro, una delle mie amiche più care è Jane Alexander, che ho conosciuto sul set di “Elisa” e che curiosamente interpreta Lucrezia van Necker, la mia grande rivale. Durante questo film si è innamorata di Christian Schiozzi, il segretario di produzione, e hanno avuto un figlio, Damiano, nato ad agosto». Ma l'uomo dei sogni di Vittoria come deve essere? «Con un bellissimo sorriso: adoro gli uomini quando sorridono. E poi deve avere rispetto per gli altri, deve essere galante... un signore, insomma, nobile d'animo, tanto per rimanere in tema!».
    Complici le ambientazioni da favola, la storia romantica e le forti passioni, sul set di questo film aleggiava impalpabile l'amore: si sono formate diverse coppie, anche solide. Per non parlare della regista Cinzia Th Torrini, da sette anni legata all'attore Ralph Palka, che interpreta il capitano Terrazzani. E come se non bastasse, ci si metteva pure Alessandro che, nelle insolite vesti di Cupido-musicista, la sera sedeva al pianoforte dell'albergo dove tutta la troupe alloggiava e intratteneva la compagnia: «Veramente ho sempre pensato che la mia musica, ispirata al jazz di Keith Jarrett, potessimo ascoltarla solo io e il muro della mia stanza. Piuttosto, mi piacerebbe imparare a suonare il piano così come andrebbe suonato. Il mio sogno? Scrivere un'opera lirica, una musica sanguigna: la quintessenza dell'esaltazione per un compositore».

    ALESSANDRO PREZIOSI, IL CONTE FABRIZIO
    Dopo la laurea fuggii a Milano. Senza una lira, ricominciai da zero

    Figlio di due avvocati, Alessandro Preziosi si è laureato in giurisprudenza a 23 anni con 110 e lode, con plauso: «Discussi la tesi in modo impeccabile, parlando in un soffio» ricorda «con l'atteggiamento distaccato di chi è padrone della materia. In realtà, appena prima che mi chiamassero, stavo mordicchiando nervosamente la biro e mi andò in gola il tappino. Questo era il motivo del mio aplomb: subito dopo, in ospedale, verificarono che lo avessi ingoiato, ma avevo la gola scheggiata». Avvocato e assistente di diritto tributario all'Università di Salerno, all'improvviso Alessandro decide di fare una rivoluzione nella sua vita professionale. Lascia a Napoli la famiglia, che non approva la sua decisione, e si trasferisce a Milano per studiare recitazione all'Accademia dei Filodrammatici. «Volevo sentirmi coraggioso ed essere un esempio per qualcuno» spiega. «Abituato a vivere con i miei, è iniziato un periodo di quelli che si leggono nei romanzi: mangiavo una volta al giorno e ho persino dormito una notte sulla panchina davanti al Teatro Manzoni. Mi mantenevo lavorando in un bar, guadagnavo 50 mila lire al giorno. E poi, qualche pubblicità, cortometraggi e, finalmente, il teatro: il mio debutto fu in “Amleto”, con Antonio Calenda». Nel '97 ha inciso, con lo pseudonimo di Mr. Diamond, un disco di musica dance, dal titolo «Love & Freedom». A febbraio è atteso il suo esordio al cinema in «Vaniglia e cioccolato» mentre ora è impegnato sul set della fiction «Il capitano».

    VITTORIA PUCCINI, ELISA DI RIVOMBROSA
    L'amore per la recitazione? Un colpo di fulmine grazie a Rubini

    Anche lei ha un padre avvocato, professore di diritto pubblico all'Università di Firenze. La mamma è maestra elementare. Vittoria Puccini era una studentessa modello: «Mi è sempre piaciuto studiare» dice «soprattutto le materie umanistiche: italiano, filosofia e storia. Mi sono diplomata con 60/60 e mi sono poi iscritta a giurisprudenza: ero sicura che nella vita avrei seguito le orme di mio padre, che fa un bellissimo mestiere. Ho sempre desiderato essere indipendente economicamente e allora tra ripetizioni d'italiano, baby sitting e piccoli servizi di moda, feci per gioco il provino per il film di Sergio Rubini “Tutto l'amore che c'è” (2000): venni scelta e dal primo ciak ho capito che quello sarebbe stato il mio lavoro. Non avevo mai provato una tale soddisfazione per qualcosa che avevo fatto nella mia vita fino ad allora. Ho capito che ero nata per questo lavoro, che avevo trovato la mia strada. Ed è stata una fortuna che questo sia avvenuto a 19 anni. Da allora, non ho mai mollato: sono molto determinata». Vittoria, supportata dai genitori che sono diventati i suoi primi fan, ha lavorato ancora per il cinema nel 2001 in «Paz», di Renato De Maria. In tv invece, prima di approdare a «Elisa», l'abbiamo vista ne «La crociera» di Enrico Oldoini e in «Sant'Antonio» di Michele Soavi.

    CINZIA TH TORRINI, LA REGISTA
    E pensare che al primo provino scartai entrambi...

    I numeri parlano chiaro: una media, finora, di 7.281.000 telespettatori e uno share medio del 28,36%, con una crescita pressoché costante a partire dalla prima puntata del 17 dicembre. Il sito ufficiale della serie: www.elisadirivombrosa.tv in un mese e mezzo conta più di un milione e mezzo di pagine viste, 6.000 mail ricevute e un forum con 30.000 messaggi. Non c'è dubbio: il feuilleton «Elisa di Rivombrosa» è diventato un evento della stagione televisiva. E la regista di cotanto successo, Cinzia Th Torrini, come lo spiega? «Innanzitutto, la qualità. Sono contenta che il pubblico abbia apprezzato la professionalità di tutti coloro che hanno lavorato a questa produzione. Poi la presenza di diversi generi: il mélo, l'avventura, il cappa e spada, il thriller. Il ritmo e il linguaggio moderno utilizzato nella regia. E, ancora, la fotografia e gli splendidi costumi: ho cercato sempre atmosfere calde e luminose. E poi le ambientazioni nei castelli e gli interni, ricostruiti con mobili di antiquariato. E la musica di Savio Riccardi, che non accompagna ma interpreta, interagisce con le emozioni. L'enorme lavoro fatto sulla sceneggiatura, i produttori disponibili e poi, senz'altro, il cast». E la Torrini ha faticato non poco a trovare gli attori giusti. «Di Alessandro, durante il primo provino, mi colpì la fisicità. Però non mi piaceva il suo modo di recitare più detto che sentito, tipico della soap. Andai anche a vederlo in teatro: la sua recitazione aulica era quanto di più lontano stessi cercando. Nonostante questo, gli feci un altro provino, perché il mio istinto diceva che poteva essere lui quello giusto. E così è stato: Alessandro è un attore straordinario. Ha dimostrato di possedere mille sfumature, ha una faccia mobile e riesce a emozionare davvero. E poi sa portare il costume con eleganza. Trovare Elisa è stato ancora più lungo: ho visto centinaia di ragazze. La cercavo con un volto non troppo moderno, genuina, ma maliziosa al punto giusto. Al primo provino, nel giugno 2001, la trovai acerba, non aveva i mezzi toni e lo sguardo era troppo fisso. La rincontrai dopo sei mesi ed era lei! Vittoria ha un talento naturale e le corde che possiede sono evidenti»
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